Repubblica.itL'espressoKataweb.itQuotidiani EspressoMiojobD - la RepubblicaIl mio libroRADIO DEEJAYRadio Capitalm2oRepubblica TvDeeJay TvTrovacinemaCASA&DESIGNXL Repubblica

Ilva, a Roma vertice con il governo
Epifani: "Aprire un tavolo nazionale siderurgia"

Il segretario del Pd da Terni, dove interviene sulla vertenza Thyssen. Nella Capitale incontro tra il ministro Zanonato, l'ad dimissionario Enrico Bondi, il governatore Nichi Vendola. Landini (Fiom): "Ora intervenga lo Stato"; il sottosegretario allo Sviluppo economico De Vincenti: chiediamo assunzione di responsabilità ai vertici dell'azienda

Al via una settimana decisiva per il futuro dell'Ilva. Oggi a Roma il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato incontrerà l'amministratore delegato dimissionario, Enrico Bondi, e il governatore pugliese Nichi Vendola. All'incontro si è "autoinvitato" anche il sindaco Ippazio Stefano, che questa mattina ha dato mandato al suo uggicio di gabinetto di avvertire il governo del suo arrivo a Roma. Domani ci sarà il summit dell'esecutivo, con il premier Enrico Letta e il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. Obiettivo, come spiegato ieri da Zanonato, salvare il colosso siderurgico dopo il maxi sequestro di 81,1 miliardi di euro e le dimissioni del cda dell'azienda: "Se si ferma un'azienda di questo tipo possiamo dire addio a tutta l'industria siderurgica e avremmo problemi con l'industria meccanica. L'Ilva deve essere risanata. Non esiste un'alternativa".

VIDEO / Zanonato: "L'Ilva resti italiana"

EPIFANI: "GOVERNO APRA TAVOLO NAZIONALE SIDERURGIA" -
"Penso sia fondamentale che il governo non solo apra un tavolo nazionale sulla
siderurgia, ma di volta in volta affronti le singole situazioni", come quella della Thyssen di Terni o dell'Ilva di Taranto. È quanto ha affermato il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, dal palco dell'assemblea a Terni per parlare della vertenza della Thyssen. "Questo deve essere l'avvio di un interesse forte del governo sia su Terni che sull'Ilva e su Piombino - ha aggiunto Epifani - ma è evidente che c'è un interesse nazionale ad occuparsi di siderurgia. Resto convinto che non possiamo non avere in Italia una moderna ed efficiente attività siderurgica e lo dico perché, per troppo tempo nel passato, abbiamo corso dietro ideologie che consideravano queste come produzioni del novecento. Tutti i più grandi Paesi stanno difendendo il loro manifatturiero. Non c'è motivo allora che il nostro paese, che è ancora il secondo esportatore di manifatturiero, non debba difendere la sua siderurgia. Questa - ha concluso - è la vera sfida".

LANDINI: "SALVARE L'ILVA" - Oggi sulla questione è intervenuto anche il segretario nazionale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini. "Credo che la famiglia Riva abbia grosse responsabilità sull'accaduto. Se fossero stati fatti gli investimenti, se fosse stata rispettata la legge prima, se non si fosse inquinato, non saremmo nella situazione drammatica di oggi. L'obiettivo di tutti, sindacato compreso, è quello di continuare a produrre acciaio, dobbiamo, anche nelle condizioni difficili che ci si parano davanti, trovare una continuità produttiva per mantenere l'industria dell'acciaio nel nostro Paese". Landini ha parlato dell'emergenza dell'Ilva di Taranto a "Prima di tutto", su Radio 1.

La posizione della Fiom è chiara: "È importante dare un assetto proprietario all'Ilva che riporti fiducia e ridia forza al progetto produttivo. Per questo serve un intervento straordinario, un intervento diretto dello Stato, come peraltro dice il decreto 'salva Ilva', per salvare l'impresa e garantire gli investimenti. Il cambio dell'assetto proprietario è uno dei problemi dell'Ilva, l'abbiamo detto in tutte le sedi; non si deve mettere in dubbio il lavoro della magistratura, che anzi ha supplito all'assenza di altri, compresi alcuni ritardi del'azione sindacale. Però stare dentro a un conflitto legislativo come si è stati in questo anno, rischia di far saltare tutto. Guardiamo in faccia la realtà e applichiamo in modo esplicito il decreto 'salva Ilva', compreso, ripeto, l'intervento dello Stato. Non certo rispolverando le vecchie Partecipazioni Statali ma trovando il modo, come succede in altri paesi, di interventi transitori, con il concorso di imprenditori siderurgici, per mantenere il siderurgico in Italia, che non riguarda solo l'Ilva, ma l'intero comparto".

DE VINCENTI: "I VERTICI SI ASSUMANO RESPONSABILITÀ" - "Puntiamo a fare in modo che tutti gli stabilimenti Ilva, non solo Taranto, continuino l'attività produttiva e l'azienda continui gli investimenti necessari" per attuare le richieste dell'AIA, l'autorizzazione integrata ambientale, che fissa vincoli stringenti in materia di salute e ambiente. Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, parlando a TGcom24 in vista dell'incontro di oggi al ministero con i vertici dimissionari della società. A questo proposito, ha aggiunto, "auspichiamo un ripensamento". "Prima di tutto - ha specificato - dobbiamo chiedere all'azienda il massimo impegno per realizzare gli investimenti che consentano di applicare l'Aia. Puntiamo a fare in modo che lo stabilimento di Taranto e anche gli altri continuino nell'attività produttiva e continuino gli investimenti. Valuteremo tutte le prospettive che si aprono in questo momento. Tutte le istituzioni devono assumere una forte responsabilità nei confronti dell'interesse generale del paese che è quello di avere una siderurgia forte compatibile con ambiente e salute. All'azienda chiediamo di muoversi in questa direzione".
Nei dieci giorni fino all'assemblea del 5 giugno, ha proseguito, "si deciderà in modo serio qual è la strada migliore da seguire. Non è compito del governo occuparsi delle decisioni della magistratura, ma il governo deve valutare la situazione che quelle decisioni contribuiscono a determinare e assumere le misure necessarie per garantire che l'obiettivo di garantire produzione e salute possa essere conseguito".

Riguardo alla dimissioni del Cda, De Vincenti ha precisato che il governo vuole "capire cosa le ha determinate e qual è la situazione finanziaria e gestionale dell'azienda dopo il sequestro deciso dalla magistratura. Alla luce di questo, potremo valutare se è possibile un ritorno indietro da quelle dimissioni e il mantenimento dell'attuale assetto dirigenziale dell'azienda, cosa che noi auspichiamo. Speriamo che ci siano le condizioni oggettive per un ripensamento. Vorrei che fosse chiaro ai lavoratori e ai cittadini di Taranto che il governo non li lascerà soli. E' interesse nazionale garantire futuro agli stabilimenti Ilva nel rispetto della salute e dell'ambiente. Il governo non lascerà soli i lavoratori dell'Ilva".

 

© Riproduzione riservata

loading
Mostra