Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria

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Facciamo il punto sulla strategia e sugli obiettivi del Movimento

 

30/9/2017

 

Cari Colleghi Professori e Ricercatori,

 

In una pausa nell’ambito dello sciopero dagli esami di profitto in atto dal 28 agosto al 31 ottobre nelle Università italiane promosso dal nostro Movimento, si è ritenuto utile fare un bilancio di ciò che è stato già fatto e, soprattutto, di quello che ci siamo già proposti di fare nel futuro.

A parte le brevissime notizie iniziali questo documento costituisce una “Presentazione del Movimento” e dei suoi obiettivi.

 

Si articola nei seguenti punti:


1. Qualche notizia di attualità.

2. La ragion d’essere del Movimento: la dignità della Docenza Universitaria

3. Le nostre azioni e i  nostri documenti pregressi, fondamenta dei nostri obiettivi

4. Le nostre richieste più urgenti, tempi nei quali le presenteremo

5.L’opinione pubblica finalmenteè a conoscenza di tutti i gravi problemi dell’Università

6. Conclusioni

E, in coda:

Appello per la Dignità della Docenza Universitaria

 

Un ringraziamento è doveroso nei riguardi di tutti i numerosissimi Colleghi che hanno aiutato nell’elaborazione di questo e di tutti i documenti del Movimento,  i pareri dei quali sono stati utilizzati per fare la sintesie la definizione delle linee del Movimento: elencarli tutti sarebbe molto lungo e sicuramente si finirebbe con il dimenticarne qualcuno.

 

1.      Qualche notizia di attualità.

 

Come ben sapete il nostro Movimento è in piena attività, avendo promosso lo sciopero dagli esami di profittonel periodo 28 agosto-31 ottobre nelle Università Italiane.

A tale sciopero hanno aderito, ad oggi, oltre 11000 Docenti Universitari (11182, per la precisione). Un risultato straordinario, in termini di partecipazione. Ora aspettiamo la legge di stabilità.

Uno sciopero che abbiamo pensato fin dalla proclamazione con modalità di attuazione così rispettose del diritto dei nostri studenti a sostenere gli esami da essere stato approvato dalla Commissione di Garanzia. Abbiamo saputo noi stessi tutelare i nostri studenti, fino a prevedere norme specifiche non solo per i laureandi, ma anche per gli studenti Erasmus italiani e stranieri e per le studentesse in attesa di un bambino. L’abbiamo ideato così per creare, al più, disagio (altrimenti che sciopero è?), ma non danni. Ne siamo orgogliosi. Lo sciopero, come si vedrà più oltre, è servito, con grande piacere, anche come “trampolino di lancio” per portare all’attenzione dell’opinione pubblica tutti i gravi problemi dell’Università. Anche di questo siamo orgogliosi. Con l’aiuto di tutti speriamo di risolverli.

 

2.La ragion d’essere del Movimento: la dignità della Docenza Universitaria

 

Il Movimento ha la sua ragion d’essere di lungo termine insita nella sua stessa denominazione: la riaffermazione del ruolo e della dignità della Docenza Universitaria e dell’Università tutta.

 

Dal 2010 l’Università italiana ha vissuto anni “terribili”: attacchi indiscriminati al ruolo e alla dignità della Docenza Universitaria e dell’Università tutta,  650 milioni di euro annui in meno, blocco delle classi e degli scatti stipendiali dei Docenti, blocco del turnover che ha impedito a chi è già strutturato di progredire nella carriera e ai giovani che si affacciavano all’Università di potervi accedere, fondi per la ricerca, già pochi prima, poi ridotti praticamente a zero e che forse solo ora risaliranno, diritto allo studio mortificato, clima “avvelenato”  e “divisivo” creato dalle politiche governative e dell’ANVUR, burocratizzazione sempre più soffocante che toglie tanto tempo prezioso alla didattica e alla ricerca. 

 

Tutti questi provvedimenti, e tante prese di posizione pubbliche alle quali abbiamo assistito, instillano nell’opinione pubblica il concetto che l’Università italiana sia spesa pubblica improduttiva, piena di “fannulloni” ai quali è bene di conseguenza bloccare classi e scatti con effetti permanenti.

 

Tutto ciò è lesivo della Dignità della Docenza Universitaria che in questi anni “terribili” si è prodigata senza risparmio e con abnegazione per mantenere alto il livello dell’Istituzione supplendo alle mancanze che si sono create.

 

Invece l’Università italiana merita e chiede rispetto: malgrado quanto è accaduto in questi anni continua ad essere all’ottavo posto al mondo (dati OCSE, non una citazione autoreferenziale)  malgrado sia scesa al ventiseiesimo posto in termini di risorse (sempre dati OCSE) e continua a laureare giovani apprezzati in Italia e nel mondo intero.

 

Per merito di chi? Diciamolo sempre: del personale in servizio, tutto: docente, tecnico, amministrativo e bibliotecario, che si è prodigato senza risparmio e con abnegazione per mantenere alto il livello dell’Istituzione. Il personale è la vera ricchezza dell’Università italiana, da salvaguardare e da tutelare prima di ogni altro aspetto, a tutto vantaggio dell’Istituzione stessa. E anche per merito di tutti i non strutturati ai quali in questi anni non è stato permesso di accedere all’Università. E dei Dottorandi, che pur formalmente “Studenti” hanno dato il loro contributo alla ricerca.

 

Tale impegno non è scalfito dalle “mele marce”, che pure sono sempre prese a spunto per criticarci. Di ciò si parlerà ancora nel seguito.

 

Occorre quindi ridare all’Università il ruolo e la dignità che le spettano.Questo è il nostro obiettivo di lungo termine, del quale è permeata la nostra azione immediata e futura.

 

 

3. Le nostre azioni e i  nostri documenti pregressi, fondamenta dei nostri obiettivi

 

I nostri obiettivi sono delineati chiaramente da lungo tempo,come testimoniato, oltre che dalle varie azioni già da noi intraprese, daicinque documenti commentatisinteticamente qui di seguito, presentati a partire dal più recente (di pochi giorni fa) per finire al più remoto (del 2015), che sono tutti sul nostro sito eche vi sono stati più volte diffusi direttamente:

 

A)    "Appello per la Dignità della Docenza Universitaria",del 28 agosto scorso, giorno di inizio dello sciopero:è l’unico dei cinque documenti che si riporta anche in coda.Il documento è nato come "Appello per lo sciopero", ma dopo la stesura è statoridenominato, dato che il nome iniziale era riduttivo: in effetti dello sciopero si parla poco, si parla soprattutto di ciò che il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria intende perseguire dopo questa prima azione per lo sblocco definitivo degli scatti. Un documento estemporaneo? Assolutamente no, le radici sono ben più profonde, come si evince dai punti successivi.


B)    Ruolo e Dignità dell’Università Italiana”,che contiene le slide commentate  prima a Pisa il 10 maggio scorso, a un Convegno del nostro stesso Movimento, poi a Milano, a un Convegno di MDP del 20 maggio, infine diffuso, nella campagna mediatica sviluppatasi recentemente, ai numerosissimi giornalisti, di tutte le tendenze, che ci hanno contattati. E i giornalisti ne hanno tratto ampi spunti. Sintetizza al massimo (si avevano pochi minuti a disposizione)  gli obiettivi di breve, medio e lungo termine del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, e dettaglia un po’ di più, verso il fondo, la vertenza sullo sblocco  definitivo delle classi e degli scatti ora in atto. Il Documento è servito, insieme a quelli del punto A), C) e D),a presentare in ogni sede il Movimento. 

 

C) Lettera a Cantone” del 20/10/2016 (quasi un anno fa), firmata da 5826 Docenti Universitari,  su “Fuga dei cervelli, corruzione e nepotismo nell’Università Italiana”  Si parlava espressamente, nell’ordine, di:

1)      Precariato

2)      Sblocco definitivo delle classi e degli scatti

3)      Fondi per la ricerca irrisori

4)      Didattica del tutto ignorata

5)      Diritto allo studio mortificato

6)      ANVUR e tutti i problemi creati da tale Agenzia

7)      Burocrazia soffocante.

 

In tale lettera scrivevoin tempi non sospetti (quasi un anno fa), e insieme a me gli altri 5825 firmatari, una frase di attualità visti gli scandali di cui parlano in questi giorni tutti i giornali:

 

“Infine, spero che Lei segnali al più presto i casi di nepotismo e corruzione a cui si riferiva, dei quali, evidentemente, è a conoscenza, e mi auguro che la Magistratura faccia in fretta il suo corso e punisca in modo esemplare i casi di vera corruzione o nepotismo, spazzando il campo dalla facile demagogia che, basandosi su tali casi, fa di tutta l’erba un fascio.”

 

D)     “Definanziamento delle Università. Chi lo ha subito davvero.pdf” del maggio 2016(oltre un anno fa):  un’analisi dettagliata, di ben 7 pagine, che tratta nel dettaglio i seguenti punti:

 

1) Premesse.

2) Quando iniziano e quando terminano i tagli (il “definanziamento”) all’FFO delle Università?

3) Quale era la situazione ante 2011 riguardo alla spesa degli Atenei per gli scatti stipendiali?

4) Come incide a partire dal 2011 il blocco delle classi e degli scatti?

5) Come incide a partire dal 2011 il blocco del turnover?

6) La ricerca ha subito tagli?

7) Qual è la situazione del diritto allo studio?

8) Conclusioni e obiettivi del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria: piano pluriennale di richieste.

 

Al punto 8, in coerenza con quanto proposto nei punti da 1 a 7, il documento si chiude con il piano pluriennale di richieste che il Movimento avanzava già allora. Ed eravamo al 9 maggio del 2016, in tempi non sospetti!Il pianoè organizzato per passi successivi, ogni volta con obiettivi, posti in ordine di priorità, concreti, ineludibili e sostenibili finanziariamente. Senza mettere subito in campo “di tutto e di più”, cosa che a nostro parere è improduttiva: permette ai Governi di scegliere cosa privilegiare e concederla con modalità e criteri predeterminati e non sempre condivisibili.

 

Se non si parla in tale documento di burocrazia e ANVUR è solo perché si tratta di un argomento fuori tema dato l’oggetto del documento. Se ne parla, invece, in tutti gli altri documenti.

 

E)   “Lettera al Presidente della Repubblica” del 30 settembre 2015, firmata da 14045 Docenti Universitari, nella quale si rimarcavano già allora anche i seguenti punti:

 

1) L'esiguità dei fondi ministeriali per la ricerca, ridotti al lumicino o inesistenti.

2) L'esiguità delle risorse in generale per l'Università.

3) La riduzione progressiva del personale, a causa dei forti vincoli imposti al turn-over.

4) La burocrazia a volte soffocante.

5) Il diritto allo studio, sempre più mortificato.

 

Ricordo, infine, che il Movimento ha lanciato ai primi di settembre 2015 l’azione sulla VQRche ha portato al risultato di sbloccare almeno parzialmente le classi e gli scatti a partire dal 1° gennaio 2016.

 

4. Le nostre richieste più urgenti, tempi nei quali le presenteremo

 

Come abbiamo detto in più occasioni, se l’anno scorso ci avessero dato soddisfazione, almeno parziale, sul problema dello sblocco definitivo delle classi e degli scatti, ora saremmo al secondo stadio  del piano di cui al punto 8 del documento D): saremmo ad avanzare richieste di  6000 posti per Associati, 4000 perOrdinari, 4000 per ricercatori di tipo B e di un finanziamento ulteriore del Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio di almeno 80 milioni di euro per gli studenti meritevoli ma senza borsa. Magari anche a lottare chiedendo agli studenti di lottare insieme a noi.

 

E’ un “pacchetto” di richieste equilibrato, che presenteremo subito dopo aver vinto la vertenza sugli scatti,in grado didare soddisfazione contemporaneamente al personale in servizio, ai giovani che vogliano affrontare la carriera universitaria e agli studenti; richieste a nostro parere più urgenti rispetto ad altre necessità che sono previste negli stadi successivi del nostro piano.

 

E’ un “pacchetto” di richieste equilibrato anche in termini economici: le risorse necessarie per gli Associati e gli Ordinari, dato che si tratta essenzialmente di posti per personale già in servizio, sono, nel loro complesso, pari a quelle necessarie per i Ricercatori di tipo B.  Se poi i Governi vorranno dare subito anche altro non ci dispiacerà affatto: passeremo semplicemente ai punti successivi del nostro piano.

 

5. L’opinione pubblica finalmenteè a conoscenza di tutti i gravi problemi dell’Università

 

Tutto quanto espostoè stato da noi ribadito in tutte le sedi possibili. L’attenzione di giornali e televisioni allo sciopero che abbiamo proclamato è stata enorme: solo nel periodo 27 giugno- 20 luglio abbiamo contato 75 interventi in radio o in televisione, sui giornali cartacei e online, poi abbiamo smesso di contarli. Quasi sempre con la stampa non ostile e spesso positiva nei nostri riguardi, anche alla luce di quanto detto.

 

Da un certo punto in avanti, spiegate ormai ampiamente le ragioni e le modalità dello sciopero, ci siamo “permessi il lusso”, a fronte di domande sullo sciopero, di “dirottare” l’attenzione dell’opinione pubblica su tutti i gravi problemi dell’Università, illustrando quanto detto sopra. E chi ci intervistava ci ha permesso il “dirottamento” senza problemi.

 

 

6. Conclusioni

 

Abbiamo fissato fin dal maggio 2016 un piano pluriennale di richieste in ordine prioritario che perseguiremo con la determinazione che ci ha sempre caratterizzato.

 

Siamo fiduciosi di aver seminato bene e ringrazieremo tutti quelli che vorranno unirsi a noi per aiutarci nelle successive battaglie che intendiamo portare avanti.

 

Con l’unità si vince, con i “distinguo” si disperde un patrimonio che il Movimento ha conquistato per tutti con tre anni di propria fatica e di quelli che lo hanno aiutato.

 

Siamo orgogliosi di aver portato personalmente all’attenzione dell’opinione pubblica non solo il problema delle classi e degli scatti, ma tutti i problemi dell’Università da risolvere. La campagna mediatica sviluppatasi a seguito della proclamazione dello sciopero ci ha consentito di dar corpo a quello che fino a poco tempo fa appariva un sogno irrealizzabile.

 

Abbiamo riconquistato a noi tutti il diritto, che tanti davano per perso, a scioperare in maniera legittima. Con modalità rispettose del diritto degli studenti a sostenere gli esami, modalità che abbiamo fissato noi stessi e che la Commissione di Garanzia dell’esercizio del diritto di sciopero ha dichiarato legittime. Anche di questo possiamo andare orgogliosi.

 

Questo documento, preparato con l’aiuto di quattro Colleghi, è stato condiviso da:

Paolo D’Achille (Roma Tre)

Anna Iuliano (Pisa)

Antonio Mussino  (Roma La Sapienza)

Piero Sestili (Urbino)

…………………    

 

 

Cordiali saluti,

Carlo Ferraro

Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria

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Per essere inseriti nella mailing-list dei professori e ricercatori del Movimento cliccare su:

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A seguire, nelle pagine successive: Appello per la Dignità della Docenza Universitaria

 

Da qui in poi non occorre leggere: sono cose che hai già letto

 

 

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Appello per la Dignità della Docenza Universitaria

 

 

28/8/2017

 

Cari Colleghi Professori e Ricercatori,

 

oggi inizia lo sciopero per ottenere lo sblocco definitivo delle classi e degli scatti stipendiali promosso dal nostro Movimento. Il primo passo per poter affrontare, se Voi lo vorrete, un successivo percorso altrettanto importante e impegnativo.

 

Lo sciopero ha, per il nostro Movimento,  una importanza superiore a quella delle ragioni sacrosante e puntuali della sua proclamazione.

 

È  una occasione irripetibile per far capire a tutti una volta per tutte che i Docenti Universitari Italiani non sono più disposti a farsi trattare in futuro come sono stati trattati a partire dal 2010.

 

Per capire che i Docenti Universitari Italiani non sono più disposti:

 

·         a farsi delegittimare in tutte le sedi, vedendo la propria dignità messa sempre sotto attacco;

·         a vedersi bloccare gli stipendi con effetti perenni;

·         a vedersi privare delle risorse che consentano al personale in servizio di progredire e ai giovani di accedere alla carriera universitaria;

·         a vedersi negare le risorse per la ricerca che poi si vuole valutare senza averla neanche finanziata;

·         a vedersi sommergere da una burocrazia quasi sempre inutile che sottrae tempo prezioso alla didattica e alla ricerca;

·         a vedersi valutare con metodi discutibili;

·         a vedere il diritto allo studio mortificato;

·         a vivere in un clima di lavoro avvelenato di “lotta fra poveri”.

 

e invece hanno bisogno, all’opposto, di:

 

·         vedere sbloccati in modo definitivo le classi e gli scatti;

·         vedere assegnate agli Atenei risorse che consentano a chi è già in servizio di progredire e ai giovani di accedere alla carriera universitaria, mediante l’apertura di un cospicuo numero di concorsi ad Associato, ad Ordinario e a Ricercatore di tipo B;

·         vedere assegnate risorse adeguate per la ricerca scientifica, con la predisposizione di piani di investimento che allinei la quota di PIL destinata alla ricerca a quella dei principali Paesi dell'Unione Europea;

·         vedere assegnate risorse adeguate per il diritto allo studio che favoriscano l'accesso all'Università da parte dei giovani;

·         vedersi valutare con metodologie più corrette;

·         essere liberati dall’eccesso di burocrazia e poter così dedicare altro tempo proficuo e prezioso alla didattica e alla ricerca, anche per questo assai penalizzate nel nostro Paese;

·         vedere ripristinato un clima di lavoro nel quale ci sia serenità e collaborazione fra i colleghi.

 

E l’elenco potrebbe essere molto più lungo.

 

In definitiva lo sciopero è un’occasione irripetibile per rimettere la Dignità dei Docenti Universitari al primo posto!

 

Se questo sciopero riuscirà, avremo la forza per affrontare tutti insieme nuove battaglie per ottenere che l’Università riacquisti il ruolo e la dignità che merita. E senza la necessità di dover ricorrere a un nuovo sciopero dagli esami, al quale ci hanno costretti dopo tre anni di richieste pacate: sarà chiaro a tutti che i Docenti Universitari non sono disposti a farsi sopraffare e all’occorrenza sono pronti a mobilitarsi.

 

Scioperate quindi con la fiducia di chi sta lottando

non solo per un sacrosanto aspetto contingente, ma anche per il futuro dell’Università.

 

 

Azioni future del Movimento

 

Il nostro Movimento ha un obiettivo di lungo termine che è la tutela della Dignità della Docenza Universitaria e un piano pluriennale di richieste di breve e medio termine, con un ben preciso ordine di priorità, già predisposto nel maggio 2016 (oltre un anno fa). Il piano è al punto 8 del documento “Definanziamento delle Università-Chi lo ha subito davvero.pdf” che vi ho inviato più volte e che è sul nostro sito, nella pagina “Documenti”.

Come abbiamo fatto per le classi e gli scatti punteremo su obiettivi che riteniamo prioritari, ben definiti, senza chiedere “di tutto e di più”, per non consentire ai Governi di scegliere loro che cosa finanziare e usare criteri da “lotta fra poveri” per distribuire le risorse. 

Ma avremo occasione di riparlarne.

 

Ora è il momento di scioperare!

 

Cordiali saluti,

Carlo Ferraro

Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria

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